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Intervista alla cantautrice Debora Pagano

by Debora Pagano
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Buongiorno carissimi lettori del Salotto, oggi abbiamo qui con noi Debora Pagano, interessante giovane cantautrice che si è affermata nel panorama musicale italiano e che, a mio parere, sta meritando davvero tutto il successo come sono altrettanto certa che condividerete questa mia opinione appena ascoltato il suo ultimo singolo Negli occhi di un altro (di cui trovate il video ufficiale in calce all’intervista).

Benvenuta Debora qui nel nostro Salotto. Partiamo subito con una domanda che certamente interesserà tutto il nostro pubblico. “Negli occhi di un altro”, un titolo decisamente evocativo e una canzone che tu hai definito importante perché rappresenta un nuovo inizio per te. Racconta al nostro pubblico in che modo questo singolo ha rappresentato per te un nuovo inizio…

Intanto buonasera a voi e grazie… Questa canzone per me è paradossalmente il nuovo inizio di una nuova vita, perché la mia vita è cambiata e la mia musica naturalmente si è plasmata di conseguenza. Ho subito due importanti operazioni alla colonna vertebrale nel 2019, sicuramente per mia scelta poiché ero arrivata davvero a sopportare troppe sofferenze da troppi anni, ma anche se per scelta non è facile essere consapevoli di avere il 50% di possibilità di farcela. Erano usciti già due singoli ed era in uscita il mio libro e ho dovuto fermare tutto per dare priorità alla mia salute e al mio corpo, e “Negli occhi di un altro” è nata poco prima ma l’ho completata subito dopo, quindi contiene esattamente il passaggio che ho attraversato e parla di sogni e del surrealismo e nonostante tutto io stavo vivendo un sogno perché ero viva e potevo ancora fare musica, era un momento surreale.

Il tuo rapporto con la musica. Cosa ti ha spinto a voler fare della musica una professione? e come è cambiata Debora, a livello di crescita artistica, passando da “Groupie”, attraverso un periodo difficile come quello della pandemia, per arrivare a un nuovo inizio con “Negli occhi di un altro”?

La musica è stata da subito per me una cosa seria, non tanto per lo studio in sé, perché quello l’ho approfondito in corso d’opera, ma proprio per l’insieme. Ho da subito pensato che la musica fosse la rappresentazione e la condivisione dei sentimenti, delle emozioni e delle storie e volevo avere la possibilità di esprimermi in questo modo per trovare un modo personale di comunicare ma soprattutto di donare e condividere qualcosa. ‘Groupie’ è la canzone a cui sono più legata e che racconta molto di me, non solo perché è la canzone con cui ho iniziato, ma perché tutti iniziamo come groupie/fan di altri artisti e poi ci evolviamo, penso che solo chi è davvero stato da quella parte possa poi imparare a ‘darsi’ nel modo giusto al pubblico. Avendo fatto quella premessa ho poi fatto un tributo ad un artista che stimo e che è Antonio Maggio ( con il singolo ‘A Maggio appunto ) e poi sono arrivata a ‘Negli occhi di un altro’ che racchiude anche la mia passione per l’arte in generale e per tutto ciò che rappresenta i sogni e quello che sto cercando di realizzare è proprio il mio di sogno, quindi tutto torna alla fine… Praticamente da quando mi sono operata fino ad oggi è come se fossi stata sempre in lockdown perché quando avrei potuto iniziare a tornare alla vita normale post operatoria è scoppiata la pandemia, quindi sono in lockdown da ottobre 2019 e spero tanto che da quest’anno le cose possano evolversi.

“Negli occhi di un altro” è un brano che contiene simbologie, citazioni e richiami al mondo dell’arte a cui sei legata e che per te ha notevole importanza. Oltre alla fonte di ispirazione che è l’arte, quali influenze, non solo musicali, hanno contribuito alla gestazione e poi al parto di questo singolo?

Indubbiamente la prima ispirazione è stata un sogno che ho fatto, nella prima strofa ho proprio descritto il momento in cui ridevo con una persona ( che è un cantautore ) e che tutto girava intorno a quel momento e a quella emozione, mi sono svegliata e ho subito pensato fosse giusto raccontare quel sogno spiegando che fosse un sogno. Poi ho riflettuto sulla simbologia del surrealismo, che è la mia corrente artistica preferita, e mi sembrava giusto creare una ambientazione che potesse citare le mie influenze pittoriche e musicali a livello di sound ma in modo più ‘pop’ nel senso più letterale del termine. Quindi ovviamente ho pensato a Salvador Dalì e Amanda Lear perché sono una coppia intorno alla quale c’è stato molto da dire, e poi ho pensato a quanto i sogni siano una cosa comune a chiunque e che quindi fosse giusto pensare di potersi distrarre negli occhi di un altro sognatore o semplicemente di cambiare i propri punti di vista e che possano questi essere al confine tra il sogno e la realtà, tra l’amore e il tradimento, tra il tempo e l’infinito.

Tutti gli artisti quando creano attraversano fasi alterne. Momenti in cui si dubita della bontà del proprio lavoro. Poi però arriva un momento in cui si capisce che l’opera ha visto la luce, è compiuta. Immagino che anche per un musicista non sia differente. Per te c’è stato un momento durante la creazione di questo brano in cui hai avuto dubbi? un momento di particolare difficoltà che ti ha bloccato? e se sì, come lo hai superato? e, di contro, quando è stato il momento in cui ti sei detta: OK, adesso è perfetto, è proprio così che lo volevo?

Io sono una persona estremamente pignola e perfezionista, non mi va bene mai nulla e se anche una cosa mi piace moltissimo aspetto sempre che siano gli altri a dirmelo, sia del mestiere che non, è fondamentale avere un feedback anche sulle idee migliori perché le canzoni sono di tutti, non solo di chi le scrive. Dubito molto quando sperimento e faccio stranezze musicalmente parlando, perché so che alcune scelte non sono comode e penso ci sia un momento per tutto nella vita e nel proprio percorso e che ogni giorno si può imparare qualcosa di nuovo, io ho sempre lavorato da sola e scritto da sola essendo autonoma nella gestione di software, strumenti parole etc.. ma ho capito che il lavoro di squadra è fondamentale e con Andre Papazzoni e Mario Meli ( Gotham dischi ) ho trovato la mia dimensione. Tutto quello che faccio è frutto di lavoro minuzioso e spesso sfiancante ma anche di studio e passione, l’ascolto e le opinioni sono sempre in condivisione ed è giusto che sia così perché nessuno può essere perfettamente oggettivo su quello che scrive o che canta, si è sempre troppo coinvolti.

“Scusa sai, non capiterà mai più che io possa distrarmi negli occhi di un altro, che non sia tu” questa è la frase che nel tuo singolo che mi ha colpito maggiormente. Una frase che lascia la fantasia libera di molteplici interpretazioni. Ma cosa significa per te distrarsi negli occhi di un altro che non sia tu? chi o cosa rappresenta per te l’altro in questo passaggio?

Sono felice che questa frase ti abbia colpito… è una frase volutamente libera da canoni prestabiliti, proprio perché come dicevo prima le canzoni sono di tutti e tutti devono potersi rispecchiare e immolarsi in un pensiero o un’immagine. Il significato specifico di questa frase nasce da una storia un po’ strana: stavo scrivendo in merito al sogno di cui volevo parlare, avevo davanti a me due poster di due artisti e uno dei due era proprio il protagonista del mio sogno ma l’altro è un protagonista della mia vita e della mia musica da tanto tempo, allora ho guardato uno dei due e ho detto ridendo “scusa sai, non capiterà mai più che io possa distrarmi negli occhi di un altro” quasi per giustificarmi mentre scrivevo. Ho subito pensato che quella frase poteva essere giusta per mille cose diverse, per chi ha una sbandata amorosa ma torna sempre sulla stessa persona, per chi ha una linea musicale definita ma vuole sperimentare qualcosa di nuovo, per chi ha un’idea che ha cambiato nel corso del tempo ma ha poi capito fosse sbagliata o meno giusta in quel momento… mi sembrava una frase ‘universale’ e ho voluto usarla proprio per il ritornello.

Ritorniamo al titolo del pezzo. “Negli occhi di un altro” come già detto decisamente evocativo e stimolo della fantasia. Gli occhi che fanno subito pensare alla scoperta, alla rivelazione, ma quelli di un altro, quasi come a voler vedere le cose attraverso una visione differente, al voler creare empatia… perché hai scelto questo titolo? cosa significa per te?

Per me gli occhi sono l’elemento fondamentale della vita. Attraverso gli occhi possiamo percepire le emozioni e osservare la realtà ma anche creare immagini uniche e non presenti nella realtà stessa. Penso che gli occhi siano un simbolo inequivocabile e forte che tutti possono comprendere e condividere, sono ‘lo specchio dell’anima’ da sempre e lo saranno sempre. Negli occhi di un altro vuole proprio rappresentare simbolicamente e concettualmente l’idea del distaccarsi da qualcosa per tornare a vederla con occhi nuovi e più consapevoli in qualsiasi ambito della vita, per qualsiasi età e per qualsiasi persona.

Ultima domanda. Parlaci dei tuoi progetti per il futuro… almeno quello che puoi già svelare.

Spero sicuramente che la situazione in Italia e nel mondo possa cambiare per il mondo dello spettacolo e per la musica. Sto lavorando ormai da diversi anni al mio album, e come dicevo prima, sono molto pignola, quindi non posso dire con certezza quando uscirà… ma posso dire con sicurezza che ci sarà un nuovo singolo con un featuring totalmente inaspettato e che quando uscirà l’album ci sarà un tour per promuovere e condividere la mia musica in un modo che spero possa essere coinvolgente dal punto di vista sonoro e visivo.

E qui dobbiamo salutare Debora che conto sul fatto di poter ospitare di nuovo in questo nostro Salotto dove è sempre la benvenuta. E sperando di poter sentire prima possibile il nuovo singolo saluto anche voi cari lettori dandovi appuntamento alla prossima ma prima vi invito ad ascoltare il brano Negli occhi di un altro (che trovate qui sotto) perché davvero non ve lo potete perdere. A presto dalla vostra Adele

ilsalottodicecisimo.com

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